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COME DIVENTARE ORIENTATORE

La Professione dell’Orientatore non rientra tra le figure professionali regolamentate e non esiste un percorso di studio superiore o universitario specifico; esistono tuttavia, dei Master e corsi di alta specializzazione in Orientamento.

Dal Rapporto ISFOL del 2011 sull’orientamento si evince che il 60% delle strutture che svolgono attività di orientamento ricadono nel sistema di istruzione (spesso e volentieri come orientamento in entrata), il 21% è legato ai Centri di formazione professionale e il 15,8% si muove nell’ambito dei Centri di orientamento e servizi per il lavoro, anche se, con le ultime riforme del mercato del lavoro, questa professione verrà sempre più richiesta nelle attività di politiche attive del lavoro, nei Centri per l’Impiego e nelle APL.

Attualmente chi ricopre il ruolo come orientatore in queste strutture lo fa per incarico affidato e non per qualificazione acquisita (come ad esempio lo svolgimento di attività e ruoli nei servizi pubblici o privati per l’impiego e nella formazione).

I freelance, invece, spesso lo abbinano ad altra professione (psicologi, sociologi, formatori o selezionatori, coach, counselor …) e raramente viene intrapresa come professione espressamente dedicata.

L’orientatore può lavorare e specializzarsi (o essere specializzato), in diversi ambiti, scolastico, universitario, professionale, vocazionale, ma deve avere comunque una visione d’insieme di tutti i settori.

Il ruolo dell’orientatore è trasversale a diverse figure professionali prendendo da ciascuna alcune peculiarità; quindi l’orientatore è un po’ formatore, un po’ economo, un po’ comunicatore, un po’ selezionatore, coach e counselor, ma cosa fondamentale per un orientatore (come sosteniamo noi di ASITOR) è avere caratteristiche di personalità legate all’ascolto attivo, all’empatia e alla predisposizione alla relazione d’aiuto. L’aspetto relazionale con le persone è fondamentale per la riuscita di un percorso di orientamento.

Il suo ruolo è quello di supporto alla decisione facendo attenzione a non sostituirsi e a non prendere decisioni per il proprio candidato; deve avere basi di psicologia e sociologia, ma non per questo deve essere uno psicologo o un sociologo  e sostituirsi a queste professioni.

Deve informare e formare il proprio candidato a relazionarsi con il mercato del lavoro o della formazione e quindi deve essere esperto delle normative e delle dinamiche del Mercato del Lavoro e della formazione e deve saper trasferire competenze orientative, modalità di comunicazione efficace scritta (cv-lettera … ) e orale (chiacchierata di network – colloquio di lavoro ….) e tecniche di ricerca attiva (lavoro – formazione).

In oltre, è importante che l’orientatore sia in grado (per caratteristiche personali o per conoscenze acquisite) di motivare il candidato e di suscitare in lui processi di attivazione e autostima.

Sebbene le conoscenze base possano  essere acquisite attraverso percorsi universitari di tipo umanistico (Psicologia, Sociologia, Mediazione Culturale e linguistica, scienze della formazione e della comunicazione, pedagogia … ) è opportuno anche svolgere una formazione specifica (nel nostro catalogo formativo potete consultarne alcuni). Nonostante questo, siamo consapevoli che molte competenze e saperi possono essere rafforzati e acquisiti soprattutto attraverso la pratica.

Il processo di apprendimento sul campo solitamente passa dall’attività di accoglienza e informazione, per poi giungere con il tempo ad attività di consulenza fino ad arrivare a ruoli di organizzazione e promozione di attività di orientamento.

È per questo motivo che il sistema di validazione di ASITOR è suddiviso su 3 livelli progressivi di competenza.