IL LIBERO PROFESSIONISTA

Il Libero Professionista – Considerazioni di Davor Crespi:

Essere imprenditori di se stessi sembra essere divenuto un “mantra” che si ripete in ogni dove, sia che una persona sia assunta presso una azienda, sia che stia cercando una occupazione.
Se il lavoratore è dipendente, allora dovrà lavorare come se non lo fosse, ovvero come se l’imprenditore fosse lui, pena la perdita dell’occupazione. Il che significa che non deve guardare gli orari, non deve prestare attenzione al compenso, e possibilmente non deve neppure dire qualcosa sul suo contratto.

Se invece si è nella sfortunata situazione di doversi cercare un lavoro, allora si è quasi certi che le proposte che si riceveranno, ammesso di riceverne, prevedranno avventurose aperture di posizioni, da libero professionista o contratti a progetto, … e in tutto questo chi decide veramente di fare il libero professionista cosa si deve aspettare?

Quantomeno poca considerazione da parte dello Stato, o da chi lo rappresenta, e la diffidenza della maggior parte degli altri concittadini che, quando sentono le parole “libero professionista”, associano ad esse un pericoloso evasore fiscale!
Nulla di più falso: il Libero Professionista, quello vero che decide di dedicare la vita alla sua passione, è mosso da ben altre intenzioni, che riguardano la personale sfera dell’autodeterminazione.

Ma andiamo per gradi: il “Libero Professionista” si caratterizza, a partire dal titolo, della sua attività composta da due parole: “Libero”, come dovrà esserlo per praticare la sua attività: ovvero libero di pensare autonomamente, libero di esprimere le proprie idee, libero di accettare o rifiutare un lavoro, libero da vincoli di orari e di subordinazione. Ma anche “Professionista”, ovvero capace di applicare con perizia le proprie conoscenze e capacità al fine di essere un valore aggiunto là dove è chiamato ad operare.

Solo la passione per la propria Arte, qualunque essa sia, potrà supportare chi decide di vivere delle proprie idee e del proprio operato assumendosi la responsabilità di tutto quello che fa, dovendo rendere conto solo a chi gli commissiona l’opera, fisica o intellettuale che sia.

Visione del futuro, conoscenza del passato, studi, tutto questo sono parte essenziale della persona che opera come libero professionista: occorre un’idea, un ideale da seguire, una meta da raggiungere, molto coraggio ed un poco di follia per riuscire tutti i giorni a trovare la motivazione e proporre un’idea sempre nuova, sempre un passo avanti rispetto agli altri.

Come se tutto questo fosse di per sé semplice, il libero professionista deve poi fare i conti (nel vero senso della parola) con le leggi e la fiscalità italiana: qual è la “giusta partita IVA”?

Libero professionista, azienda individuale, società di persone, società di capitali, regime de minimi?

Come orientarsi in questa giungla di sigle e titoli?
Innanzitutto definire con chiarezza cosa si vuole fare; poi predisporre una serie di domande che prevedano il maggior numero di aspetti legati alla tassazione dei guadagni e alle relative imposte previdenziali; valutare tutti i costi che possono essere detratti per lo svolgimento dell’attività, infine preoccuparsi degli anticipi di tasse e previdenze da versare nell’anno successivo all’apertura della propria attività.

Sottoporre tali domande al proprio commercialista e, quindi, definire la forma fiscale più conveniente per la propria professione futura.

Dopo questa immane fatica non resta che cominciare a lavorare!

Qui sorgono i primi problemi: preventivamente, all’apertura della propria attività, è meglio accertarsi che questa sia appetibile sul mercato, che ci siano effettive possibilità di lavorare.

E se questo è possibile, attenzione alle proprie fatture: una volta emesse, non è detto che vengano pagate, quantomeno nei tempi previsti ed accettabili!

Insomma, una vera corsa ad ostacoli.

Il risultato è che per avere una liquidità di poco superiore a 40mila euro annui, bisogna fatturare ed incassare almeno 100mila euro!

Perché dunque fare il libero professionista?

Semplicemente perché nulla è più appagante che il vedere il proprio sogno lavorativo divenire realtà; semplicemente perché la parola ‘Libero’ risuona come una melodia nella mente di chiunque fa con passione il proprio lavoro!